Cronaca e True Crime

Delitto Alice Neri: in aula si parla di scena del crimine, reperti e vita privata della vittima

Modena. Prosegue il processo per l’omicidio di Alice Neri, la 32enne uccisa e rinvenuta carbonizzata nella sua auto nelle campagne di Fossa di Concordia il 18 novembre 2022.

Il rinvenimento della vittima e la tanica di olio esausto

Ieri mattina, 22 maggio, dinanzi alla Corte d’Assise, si è proceduto all’escussione dell’uomo che ha rivenuto l’auto carbonizzata di Alice. Vive nella zona e, la mattina del 18 novembre, aveva imboccato con l’auto il tratto di strada in cui si era consumato il delitto per effettuare un’inversione di marcia. Ha riferito di aver immediatamente chiamato soccorsi dopo aver visto i resti mortali nell’auto.

Ascoltato in seguito il manutentore della zona. “Ho appreso di quanto accaduto il 19 e mi sono recato sul posto”, ha dichiarato. Le domande si sono soffermate sulla tanica, di sua proprietà, presente in loco, all’interno della quale era conservato dell’olio esausto, rinvenuta vuota e rovesciata. L’accusa ritiene che il combustibile in essa contenuto sarebbe stato impiegato dall’imputato, il 30nne tunisino Mohamed Gaaloul, proprio per dare alle fiamme l’auto di Alice dopo il delitto. “La tanica era stata spostata verso la mia roulotte, dove custodisco la legna”, ha dichiarato il teste. “Era rovesciata e vuota eppure il giovedì pomeriggio (il giorno precedente l’omicidio, ndr) ero passato: era piena e al suo posto. Quell’olio lo usavo per lubrificare la motopompa: chi lavora in campagna sa che brucia per tanto tempo.”

Escussi a seguire i Carabinieri intervenuti sul posto nelle ore seguenti al ritrovamento.

L’amica

Sentita poi Carlotta Boriello, amica della vittima. “Per me Alice era una sorella, siamo cresciute insieme. Ho perso un pilastro di vita. Quel giorno, quando l’ho saputo, mi è scivolato il mondo addosso. In due anni le ho pensate tutte, senza mai trovare una risposta”, è il suo ricordo, riportato dal Resto del Carlino.

L’amica della vittima ha fatto riferimento al momento “delicato”, che stava vivendo Alice, al dolore provato con la perdita del nonno e alle sue frequentazioni. Tra queste, un collega di lavoro, definito nei mesi scorsi dai giornali “il terzo uomo”. “So che avevano iniziato a frequentarsi, che lui era molto preso e che si messaggiavano”, ha riportato Boriello in aula. “C’era una relazione che Alice disse di voler interrompere ma lui era molto insistente. Se lo era trovato accanto in auto, mentre era con Nicholas [Negrini, il marito della vittima, ndr] un giorno e temeva che potesse dirgli qualcosa. Mi ha detto che lei, Nicholas, non lo avrebbe mai lasciato. Non mi ha mai detto, però, di essersi sentita controllata o seguita. Ci siamo viste ad ottobre e avrei dovuto rivederla proprio il week end in cui è stata uccisa.”

A detta della testimone, Alice non avrebbe mai offerto passaggi a degli sconosciuti. “Le nostre serate? Spesso con i bambini e si tornava a casa per mezzanotte.” Fuori dall’aula, la Boriello ha spiegato che, nell’ultimo anno, l’amica era alla ricerca di se stessa.

La psicologa che seguiva Alice

Ha preso infine la parola la psicologa di Alice, descrivendo la propria assistita come intelligente, vivace, solare, entusiasta del suo lavoro. “Si sentiva in pericolo? No. Negli ultimi incontri mi riferiva di un riavvicinamento con il marito e di voler lavorare sul suo matrimonio. Mi riferì di aver interrotto la relazione con il collega, di cui non mi ha mai fatto il nome.”

Dichiarazioni precedenti all’udienza

Queste la dichiarazione rilasciata dall’avvocato Cosimo Zaccaria, legale della famiglia della vittima, prima dell’udienza, riportata dal Resto del Carlino: “Verranno sentite persone che avevano rapporti e amicizie pregresse con Alice Neri e persone che erano nel bar la sera in cui poi Alice è stata uccisa e che possono descrivere le sue ultime ore.” “Ci sono dei dettagli significativi che verranno descritti e che portano con certezza alla colpevolezza dell’imputato. L’incidente probatorio nello specifico ha segnato punti a nostro favore”, ha proseguito l’avvocato. In particolare: “l’olio esausto utilizzato come combustione, i non pantaloni presentati dalla difesa, l’orario in cui è stato visto Gaaloul sporco di olio alla mattina. Tutta una serie di elementi già approfonditi in incidente probatorio e che sono già nel fascicolo di dibattimento. Non dobbiamo dimenticarci di tutta l’attività svolta in precedenza che ha segnato punti a nostro favore. Non da ultimo il mozzicone trovato sul luogo in cui Alice è stata trovata carbonizzata e dove c’era il dna del signor Gaaloul”, ha concluso Zaccaria. L’avvocato Roberto Ghini, difensore di Gaaloul, ha commentato che solo “quando verranno sentiti i consulenti si entrerà nel cuore della vicenda e diverrà tutto molto più chiaro.”

Hi, I’m Luca Marrone

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