CriminologiaCronaca e True Crime

Josef Fritzl potrebbe tornare in libertà

Ad un anno dalla pubblicazione delle sue memorie1, Josef Fritzl, il criminale austriaco più famoso al mondo, torna a far parlare di sé in una battaglia legale che sta tenendo con il fiato sospeso l’intera nazione.

Difatti, il Tribunale di Krems an der Donau, a seguito di una richiesta di scarcerazione anticipata promossa dalla sua legale, Astrid Wagner, ha decretato che Josef Fritzl, tristemente noto per aver abusato sessualmente di sua figlia Elisabeth per 24 anni, dopo averla segregata in un vero e proprio bunker da lui stesso costruito, potrà essere trasferito in un carcere ordinario, dopo anni di reclusione in una sezione speciale per malati psichiatrici del carcere di Stein.

Secondo il tribunale è ormai poco probabile che Fritzl, oggi ottantanovenne ed affetto da demenza senile, possa commettere un «reato con gravi conseguenze».

La demenza progressiva sarebbe, infatti, ciò che ha principalmente persuaso i tre giudici del collegio giudicante in merito al venir meno della pericolosità sociale di Fritzl: “a causa di una malattia di demenza globale e progressiva e di un deterioramento fisico, il disturbo combinato della personalità del detenuto, che ha reso necessario il ricovero, è stato sepolto a tal punto che la pericolosità del detenuto è stata ridotta e non si può prevedere alcun reato con gravi conseguenze”, ha scritto la corte nelle motivazioni della sentenza.

Quello di Josef Fritzl, che oggi ha cambiato il suo cognome in Mayrhoff, è il caso di cronaca nera più famoso dell’Austria, tanto che gli è valso il soprannome di “mostro di Amstetten”: dal 1984 al 2008, per 24 anni, confinò sua figlia Elisabeth in un bunker sotterraneo da lui costruito sotto la loro casa. Durante la prigionia Fritzl abusò ripetutamente di lei e da questi stupri nacquero sette bambini, uno dei quali morì dopo pochi giorni di vita, per mancanza di cure mediche. Tre figli rimasero confinati nel bunker fino al giorno della loro liberazione, costretti ad assecondare le fantasie del padre-nonno, il quale costringeva loro così come Elisabeth, a comportarsi come fossero una famiglia normale; mentre altri tre furono adottati da Fritzl e dalla moglie Rosemarie. Quest’ultima ha sempre sostenuto di non aver mai saputo dell’esistenza del bunker e di aver creduto al fatto che Elisabeth fosse scappata di casa per unirsi a una setta religiosa. La verità emerse solo nel 2008, quando Elisabeth convinse Fritzl a portare la figlia maggiore, Kerstin, in ospedale a causa delle gravi condizioni di salute in cui versava.

Nel 2009 Fritzl fu condannato all’ergastolo per riduzione in schiavitù, sequestro di persona, stupro, coercizione, incesto e per l’omicidio colposo di un neonato. La condanna, da allora, è stata scontata nel carcere di Stein, destinato secondo la dicitura austriaca a “criminali psichicamente abnormi”.

Secondo la legge austriaca è possibile chiedere una scarcerazione per una condanna all’ergastolo dopo 15 anni di carcere, ossia, nel caso di Fritzl, nel 2024. Tuttavia, il tribunale ha specificato che il suo trasferimento in un carcere ordinario non è da considerarsi come uno stadio intermedio verso un suo possibile rilascio o verso una libertà condizionale, a causa della sua «energia criminale senza precedenti».

La decisione, inoltre, prevede che Josef Fritzl debba frequentare regolarmente una psicoterapia e sottoporsi a valutazioni psichiatriche durante un periodo di prova di 10 anni presso il carcere.

“Abbiamo avuto successo. È stata una lunga udienza. Il mio cliente ha detto ancora una volta che si rammarica di quello che ha fatto. Era quasi alle lacrime. In sintesi, la corte è giunta alla conclusione che effettivamente non è più pericoloso”, ha detto all’Associated Press l’avvocato di Fritzl, Astrid Wagner, evidentemente soddisfatta del risultato ottenuto, mentre Josef Fritzl, si concede un’intervista, per appagare almeno in parte il proprio narcisismo, dichiarando di aver intenzione di trasferirsi in Gran Bretagna, non appena liberato, specificatamente nelle Highlands Scozzesi. Tali affermazioni non stupiscono particolarmente, dopotutto non è la prima volta che Fritzl esterna i propri piani per il futuro, nonostante l’età avanzata, la malattia e la oltremodo esigua possibilità che egli venga mai davvero liberato.

Possibilità che si fa ancora più remota, specie dopo la decisione di Vienna.

Il tribunale regionale superiore di Vienna (OLG), difatti, nel mese di marzo ha revocato la richiesta di scarcerazione per Josef Fritzl, ribaltando quanto statuito dalla Corte di Krems an der Donau.

L’avvocato di Fritzl, Astrid Wagner, non ha ben accolto la decisione del Tribunale: “la decisione dell’OLG è logicamente incomprensibile, la decisione della psichiatra Adelheid Kastner è corretta, sono convinta al 100% che alla fine Fritzl verrà rilasciato”.

Pertanto, nonostante le rosee aspettative della Wagner e dello stesso Fritzl, la strada verso la liberazione di quest’ultimo appare assai più complessa di quanto inizialmente preannunciato.

1 Vd. https://www.crime-post.it/index.php/2023/06/21/i-josef-f-have-written-a-manuscript-about-my-life-pubblicate-le-memorie-di-josef-fritzl/

Hi, I’m Sara de Sterlich

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