Omicidio Alice Neri, si avvicina il processo ma restano i dubbi sul movente e sulla dinamica

Modena. Di certo, considerano i giornali, c’è solo il dato del barbaro omicidio della trentaduenne Alice Neri, uccisa con almeno sette coltellate nella notte tra il 17 e il 18 novembre 2022, nelle campagne di Fossa di Concordia, nel Modenese. Sotto molti aspetti, la vicenda continua a essere avvolta nel mistero. Mistero sull’effettiva dinamica del delitto. Mistero sul movente.
Unico imputato, il trentenne tunisino Mohamed Gaaloul, atteso il 7 febbraio davanti alla Corte d’Assise. L’accusa, omicidio volontario e distruzione di cadavere. Secondo la Procura, nei suoi confronti sussisterebbero gravi indizi.
Le relazioni tecniche avrebbero accertato la presenza del Dna della vittima sulla tracolla del borsello dell’uomo e il Dna di questi su un mozzicone di sigaretta di Alice. Ma le indagini scientifiche sono ancora in corso. A proposito delle modalità dell’aggressione e delle tracce a essa correlate, il difensore di Gaaloul, l’avvocato Roberto Ghini, ritiene che i violenti colpi inferti avrebbero inevitabilmente prodotto sugli abiti dell’aggressore abbondanti tracce di sangue, assenti nel caso di specie. In questi giorni, una delle consulenti della difesa, la dottoressa Raffaella Sorropago, esperta di Bloodstain Pattern Analysis (Bpa), ha iniziato indagini tecniche volte alla ricostruzione della dinamica dell’omicidio.
“Sono talmente tanti gli errori commessi in fase di indagini e talmente rilevanti sono le questioni rimaste sospese (e che la procura non ha risolto o affrontato)”, dichiara l’avvocato Ghini al Resto del Carlino, “da farmi guardare al processo con ottimismo: sarà quella la sola sede dove tali questioni potranno trovare soluzione. Che si arrivi in Corte di Assise con una enorme quantità di circostanze di fatto non risolte non è certo imputabile a questa difesa, ma piuttosto a chi ha avuto una incomprensibile fretta nel voler chiudere questa indagine. Le complesse attività di investigazione difensiva che abbiamo svolto apriranno, di questo sono certo, nuovi scenari. Emergerà non solo l’esistenza di piste alternative che non sono state percorse ma anche, e soprattutto, la materiale impossibilità che autore dell’omicidio sia stato il mio assistito.”
Il legale di Nicholas Negrini, marito di Alice, l’ex pm Antonio Ingroia, ha chiesto alla Procura di estendere le indagini preliminari, escludendo l’ipotesi del delitto d’impeto e prospettando la possibilità che il movente dell’omicidio sia di natura passionale. A tale conclusione sembra potersi pervenire proprio analizzando le modalità esecutive dell’evento: la giovane uccisa a coltellate e collocata senza vita nel bagagliaio della sua auto, cui l’omicida ha infine dato fuoco. In una memoria, l’avvocato Ingroia ha chiesto di includere nel fascicolo degli indagati un ex collega della vittima.
Da parte loro, i legali della famiglia Neri, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini, invitano al “silenzio” relativamente agli aspetti tecnici emersi in questi giorni. “Ancora una volta il nostro è un richiamo al rispetto”, considerano. “Rispetto di Alice, ancora privata, oltre che della vita, di un degno funerale, rispetto della sacralità del processo. Questo lo affermiamo, e ne siamo convinti, nell’interesse di tutti.”